domenica 15 gennaio 2012

6. BIOGRAFIA 2a del Beato Paolo scritta da Padre Francesco Bordoni (1660)

VITA DEL B. PAOLO DE AMBROSI DA CROPANO
di Padre Francesco Bordoni,
Ministro generale del TOR(1660)in "CALENDARIO delle Vite de' Santi e Beati..."
Fra Paolo della casata dell'Ambrosi nacque l'anno 1432 in Cropano terra della Calabria nella diocesi di Catanzaro, da parenti pii et honesti, che l'educarono nel timor di Dio et della sua santa legge. A tempo debito lo mandarono a scuola, dove in poco tempo fece profitto nella Grammatica superando tutti gli altri suoi coetanei et era tanto savio et obediente al maestro, che mai ebbe occasione di riprenderlo, osservandolo in tutte le sue azioni che parevano d'uomo di gran prudenza, non di figliolo di così giovenil età.
Passati i quindici anni di sua età andò al convento di San Salvatore del Terz'ordine di San Francesco fuori di Cropano, lontano un miglio, dimandando con grand'humiltà et preghiere l'habito; li fu risposto che volentieri l'havrebbero consolato, ma prima volevano parlar a suo padre, per sapere la sua volontà, parendoli conveniente non si accettasse senza saputa del padre, così licenziato se ne tornò a casa, pregando nostro Signore si degnasse il padre a darli la licenza di farsi Frate, come poi fu esaudito rallegrandosi il padre di questa sua deliberatione, mettendola poi in esecutione.
Fatto dunque Soldato di Christo, nell'anno del novitiato, fu zelantissimo esecutore della Regola, assiduo al coro con gli altri Religiosi, esercitandosi nell'oratione, digiuni, discipline, tenendo in casa una gran humiltà e patienza, che meritò esser ricevuto alla professione, proseguendo l'osservanza regolare a maggior perfezione, con stupore delli Padri, che mai hebbero occasione di riprenderlo in cosa alcuna.
Con 1'obedienza de suoi Superiori a tempi debiti ricevette li ordini, ultimamente il sacerdotio, del 1456. Ogni giorno celebrava la Santa Messa con grande spirito e devotione. Molti convenivano a lui per consigli, sì dell'anima come del corpo, prevedendo alcune volte i loro bisogni, quali cortesemente ascoltava, dandoli documenti di salute. Nessuno mai s'accosto a Lui travagliato, che non si partisse ancor consolato.
Fu più volte Priore del Convento, mantenendo sempre 1'osservanza regolare nelli suoi Frati, a' quali predicava non in parole ma con opere et bon'esempio, corregendoli con gran piacevoleza e prudenza per comune frutto.
Dimorò per alcun tempo nel convento di S. Maria dello Spirito Santo di Scavigna nel territorio di Belcastro, loco assai lontano dall'habitato per haver maggior commodità di servir Dio, orando e contemplando li sacrosanti misteri della Passione del Salvatore. Mortificava il suo corpo con lunghi digiuni, discipline, cilicii e flagelli per mantenerlo soggetto alla ragione.
Una volta d'ordine del superiore diede certe cose a sua madre con patto che le donasse per amor di Dio, la madre non osservò l'ordine datogli, ma le tramuto in tanti ovi. Doppo questo, andando un giorno con altre donne al detto Convento di Scavigna per vederlo, F. Paolo vedendo da lontano sua madre che non aveva fatto quello che li era stato ordinato, sapendo ciò per divina rivelatione, cominciò ad esclamare come lei haveva venduta quella robba e non data per amor di Dio, non dovendosi defraudare le limosine dovute ai poveri. Si stupì la madre con le altre donne, poiché la cosa era tanto segreta che nessuno la sapeva, eccetto, che li contrahenti onde fu giudicata divina rivelatione.
Era molto desideroso di visitar i santi lochi di Roma, doppo molte preghiere ebbe licenza d'andarvi in compagnia, preregrinando a piedi per prepararsi meglio per ricevere quelle sant'indulgenze, come fece. Un giorno, celebrando messa nella chiesa di S. Maria della Consolazione, mentre era per fare il Memento per i vivi, nel quale sempre si ricordava di suo padre, ebbe in quello una tal ombra, e distrattione, che lo smemoriò in tal guisa, che non si ricordò del padre ma solamente dell'altri.
Nel Memento poi de' morti, apparve un'altra o l'istess'ombra che li disse: "Hora prega per tuo padre, perche hor hora è morto, e cosi stette fermo immobile in quel secondo Memento più dell'ordinario. I1 che arrecò gran maraviglia alli circostanti, che finita la messa ricercarono la causa di quella tardanza, alli quali rispose ch'aveva pregato per suo padre morto non dichiarandosi però d'haverne notitia per divina rivelatione, la quale poi si scoperse mentre se ne ritornava alla Patria, incontrando certi amici che li diedero nuova della morte di suo padre, alli quali rispose che lo sapeva fino a Roma, come era morto, il tal giorno e la tal hora.
Fatte le feste di Natale dell'anno 1488, se ritornò col compagno a casa, dove arrivò a mezzo di gennaro e vista la madre una sol volta, li disse che non tornasse più al convento perche non l'havrebbe trovato, dovendo pagare il debito alla terra, licentiò con bone parole la sconsolata madre verso casa dicendogli non si.pigliasse fastidio, perchè bisogna conformarsi alla volonta di Dio.
Hebbe dunque rivelatione come doveva morire in giorno di sabato che era la vigilia delle Conversione di San Paolo. Soprapreso d'una infermità legiera, si prese i santissimi sacramenti et rese l'anima al suo Creatore alli 24 di Gennaro, 1'anno 1489, di sua età 57, di Religione 42 nel sopradetto convento di Scavigna.
Fu ordinato che il suo corpo fosse portato a sepelire nella chiesa di San Salvatore del Convento di Cropani sua patria, onde fu necessario preparare una cassa dentro della quale si doveva portare a San Salvatore, ma perchè cadeva tanta pioggia dal cielo non si puoté levare dal convento di Scavigna per quattro giorni a venire per la strada che inondava d'acque nei quali giorni fu da molta gente circonvicina veduto et honorato il pretioso corpo del beato che pareva non morto ma dormente, che spirava suavissimo odore. Fu veduto in questo mentre, sudare la carne e fronte sua, che rese stupore a tutti.
Successe un miracolo nel volerlo collocare nel tumulo o nella cassa preparata per lui, che dal Convento di Cropano fu portata a Scavigna e ritrovarono ch'era più corta d'un palmo del corpo e anche più stretta mentre due frati chiamati uno Bernardino et 1'altro Francesco appoggiarono il corpo sopra il tumulo, non ostante la longezza del Beato et la grossezza del suo corpo, senza alcuna difficoltà et opera humana calò da se stesso il cadavero nel tumulo, come se fosse alla prima stato fabricato conforme alla capacità che mostrò nel ricevere quel sacro pegno.
Nel portarlo da Scavigna a Cropani, accompagnato da gran moltitudine di gente, occorse un altro miracolo, poiché quattro huomini che portavano il corpo del beato rinchiuso dentro il tumulo, sperimentando la legerezza del peso della cassa, dubitarono che non vi fosse dentro il corpo, argomentando fra di loro che un corpo morto è più pesante d'un vivo, e nel portar quella cassa non li pareva sentir altro peso se non quella del tumulo; onde arrivati al convento di Cropano, si sparse fama per la terra come i Frati havevano finto di mandare il corpo al convento di Cropano, ma 1'havevano sepolto nascostamente nella chiesa di Scavigna per loro interesse, non solo per aver i suoi libri ma ancora sperandone molte limosine, ch'averebbero fatto i devoti del beato.
La Comunità di Cropano, che facilmente credette che li Frati havessero finto di mandare il corpo al convento di Cropano, ma l'havevano sepolto nascostamente nella chiesa di Scavigna con la mostra del tumulo, volsero quasi a forza che si aprisse la cassa per vedere se dentro di essa vi era il corpo di Fra Paolo.
Aperta la cassa, videro il cadavere tutto bello, bianco, come se non fosse di morto, ma di persona dormiente, osservando inoltre che sudava, come prima faceva a Scavigna, sentendosi un suavissimo odore uscire dal suo corpo. Ecco il miracolo suggerito dai portatori del tumulo, che pensavano non vi fosse dentro, per esser cosi leggiero, sospendendo Iddio miracolosamente il peso del corpo, acciò quelli che lo portavano ricevessero quel beneficio d'esser sollevati da gran peso.
Un altro se ne vide non inferiore alli predetti, dicendo alcuni ch'era vivo, altri ch'era morto, parendo così a loro di propria vista.
Anzi che alcuni li vedevano l'unghie delle mani e piedi nere, altri dicevano che erano rosse onde alla diversità di vedere, ne seguì quest'altro miracolo, volendo per questo Iddio, havendo riguardo ai meriti del suo servo, lasciar ognuno nella propria opinione di quelli segni nelle mani, arguendo la nigrezza delle unghie la morte, e la rossezza la vita, poichè il beato era morto in quanto al corpo, ma vivo in quanto all'anima.
I1 suo prezioso corpo stette un giorno scoperto nella Chiesa di S. Salvatore da ogn'uno riverito e il settimo giorno della sua morte fu sepolto sotto l'altar maggiore.
Fece molti miracoli anco doppo la morte, de' quali ne raccontarò alcuni. Un certo Francesco, offeso in un ginocchio con una pietra che non poteva caminare, per intercessione del Beato, a cui si era raccomandato, fu subito liberato. Giovan Paolo da Cropano, vecchio infermo et gobbo, toccate le Reliquie del Beato, subito fu risanato. Crescentio di Marco ricuperò l'udito, che affatto haveva perso. Solda, che pativa il mal caduco, hebbe la gratia che non cadde mai più.
Dominica fu liberata d'una gravissima infermità con sua figliola ch'era in agonia. Cola Greco, che per una gravissima infermità non poteva mangiare né riposare, ottenne la sanità.
Marco Biondo da Misuraca Maestro di scola in Cropano fu presente quando s'apriva il tumulo e col suo fazzoletto sugò la fronte del beato, conservandolo come Reliquia appresso di sé, hebbe poi occasione di servirsene, perché, agonizzando una sua figliola, si raccomandò al beato et ottenne la gratia, poiché subito che l'ebbe toccata con quel fazzoletto, fu del tutto risanata.
Fabbricavano un corridore in convento e li mancava un legno lungo a proposito, havendone uno corto, che non arrivava sopra l'una e l'altra muraglia, non sapendo per allora dove trovarne uno longo a proposito, disse un frate per nome Giovanni: il nostro beato fa tanti benefici e miracoli per altri, non credo si sia scordato di noi, ritornate un'altra volta il tronco sopra le muraglie, che il nostro padre fra Paolo ha tanti meriti appresso Dio, che lo farà tanto longo, che servirà. E cosi i muratori levarono un'altra volta il legno sopra la fabrica; et l'accomodarono, che avanzava fuori della muraglia più che d'un palmo, abenché altre volte misurato mancasse più d'un palmo, che si poteva toccare le muraglie dalle bande.
Hilaria da Belcastro con una sua figliola era travagliata d'una gravissima infirmità tutte due piene di buboni negri, li quali nessun medico potè mai sanare, chiamato il santo in suo aiuto, tutte due furono risanate l'hanno 1490, 24 settembre.
Un'altra donna di Cutrone agonizzante fu risanata per i meriti del beato.
Giovanni, cieco di due anni, ricuperò la vista alli 25 aprile 1499.
Un figliuolo fu liberato dalla rottura (=l'ernia) l'anno 1494.
L'istess'anno liberò un altro da un gravissimo dolore, era Diacono di Belcastro.
Madonna Florina da Misuraca haveva un labro tumente et molto mostruoso. Si raccomandò al Beato et subito che l'hebbe toccato con un pezzetto dell'habito suo fu risanata.
Con l'istessa Reliquia toccato, Corrado Pandolfo da Misuraca agonizzando ricuperò la sanità.
Donna Armemia da Cutrone, debilitata nelle mani et inutile, fatto voto riebbe le forze; et ad un suo figliolo, ch'era zoppo da molto tempo raddrizzò la gamba, nel mese di decembre 1493. La madre predetta hebbe la gratia 1'anno 1498 di settembre.
Giacomo, fratello del beato, fu liberato d'un male tumente che aveva in un ginocchio l'anno 1492.
Palomba moglie di Cola Barone di Cropano haveva gonfia la testa et tutti li denti tremolanti in bocca, per intercessione del beato fu liberata dalla gonfiezza et saldata nei denti.
Alcuni facevano poco conto di questo servo di Dio, o perché non credessero, o per altro interesse, impedivano l'honore che pubblicamente li era dato da devoti fedeli, onde fu necessario che il padre fra Alfonso Barchi, allora commissario nella Provincia della Calabria se n'andasse a Roma, dove dall'Auditore della Camera Apostolica 1'anno 1562 ottenne litere esecutoriali contra quelli che impedivano 1'esposizione e veneratione pubblica delle Reliquie del beato Paolo, la quale è registrata nel nostro Archivio sotto la 4° Collettione, num. 22.
Ex Monumentis apud nos dicti Conventus S. Salvatoris Cropani, quae redigi etiam Controvers., 13 a num. 47 Romae impressa.

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