lunedì 16 gennaio 2012

13. BIOGRAFIA del Beato Paolo di Padre Giuseppe Neri (2011)

Cenni Biografici sul Beato Paolo D'Ambrosio da Cropani ( 1432 - 1489)
Di Padre Giuseppe Neri, postulatore generale (2011)

Paolo d' Ambrosio nacque a Cropani il 24 Gennaio 1432. Leggenda vuole che la notte stessa della sua nascita sul tetto di una casa di Cropani antica , fu veduto un grande fuoco. La gente del paese accorse immediatamente per domare le fiamme, ma entrata in casa, si trovò davanti un neonato e una famiglia felice. Familiari e cittadini di Cropani spiegarono l'apparizione del fuoco come un lieto presagio di ciò che sarebbe stato il bambino: un portatore di luce e di amore. Al battesimo lo chiamarono dunque Paolo.
Secondo la tradizione locale, riportata dal Cropanese e suo lontano parente, Giovanni Fiore, fin da bambino Paolo lasciò presagire la sua futura Santità, dando prova di “...senno, modestia e virtù...”.Dotato anche di straordinaria intelligenza: “...applicato alle umane lettere, sembrò di averle divorate...”. Fin da fanciullo, Paolo si dimostrava disponibile al servizio, anche nei più umili lavori domestici.
Sui diciotto anni il giovane prese la decisione, che tutti ormai si aspettavano, quella di dedicarsi al servizio di Dio per tutta la vita. C'era al tempo a Cropani una copiosa presenza di Clero e due antichi Monasteri, ma Paolo scelse di entrare nel più povero dei Conventi e per di più di recente fondazione, quello di San Salvatore, dei Frati dell'Ordine della Penitenza, detto Terzo Ordine Regolare di San Francesco. L'insediamento si trovava allora a circa un miglio dall'abitato, in piena campagna. I Frati Terziari non vivevano sempre in Convento, ma conducevano vita semi-eremitica nelle grotte circostanti oppure percorrevano i dintorni predicando la pace e la penitenza.
L'ingresso di Paolo nel Convento di San Salvatore è da datarsi circa nell'anno 1450. La fondazione del Convento era avvenuta solo pochi anni prima, nel 1440, grazie all'opera di un benefattore, tale Pietro Massaro, che aveva donato un terreno e un fabbricato con la piccola Chiesina dedicata a San Salvatore. Solo in seguito i Frati vi aggiunsero alcune celle, per condurre vita comune. Nel 1450, proprio l'anno dell entrata di Paolo, il benefattore morì lasciando ai Frati la sua eredità. Ma un nipote del benefattore, il prete Giovanni Massaro, approfittando della momentanea assenza dei Religiosi, ottenne dalla Corte di Catanzaro il riconoscimento dei diritti ereditari sull' Eremo e di fatto ne prese il possesso. Ne seguì una disputa legale, che solo in seguito si risolse a favore dei Frati, ma non potè non lasciare strascichi e disagi nella vita di quei Religiosi.
Dal Noviziato al Presbiterato, i fatti così sono sintetizzati dal Bordoni: “...factus Christi miles in Monastica observantia et exercitiis spiritualibus caeteris praestabat, silentio, orationibus, divinis meditationibus, ieiuniis et disciplinis assidue erat occupatus. Ex obedientia Sacerdos factus anno 1458, quotidie immaculatum Deo sacrificium offerebat...reso soldato di Cristo nella osservanza religiosa... assiduamente si dedicava al silenzio, alla preghiera, alla meditazione delle realtà divine, ai digiuni e alla mortificazione corporale...per obbedienza dei Superiori, fu ordinato Sacerdote nel 1458 ( all'età di circa 26 anni !!) e giornalmente celebrava la S. Messa...( Bordoni, Controversiae Morales,pag. 194).
Con l'Ordinazione Sacerdotale (1458) ebbe inizio il periodo di vita apostolica del Beato. Così scrive il Fiore “...Ordinato adunque Sacerdote, ed eletto guardiano del Convento, era troppo frequente il concorso dei popoli, quali se gli affollavano, chi per consiglio dell'anima, chi per consolo nei travagli...molti anche senza favellare si udivano discoverta la cagione della loro andata, e il rimedio preparato ai loro bisogni... )”.
La stima di cui era oggetto, anche da parte dei suoi Confratelli, fece si che Paolo venisse eletto più volte Custode del Convento e una volta persino delegato al Capitolo Generale del suo Ordine Religioso.
In data 23 Marzo 1476, il Papa Sisto IV concedeva ai Frati di San Salvatore di lasciare l'Eremo e di trasferirsi presso le mura di Cropani, nella edificanda chiesa di S. Maria delle Grazie. La tentazione dell'Inurbamento, che aveva afflitto anche le altre famiglie Francescane, si andava facendo strada anche tra i Penitenti del Terzo Ordine. La città, infatti, offriva maggiore sicurezza e maggiori conforti. Tuttavia il trasferimento in paese da parte dei religiosi avvenne solo molti anni dopo e precisamente nel 1622.
Gli ultimi anni della sua vita, Paolo, li trascorse nell'Eremo di Scavigna. Così li descrive nella sua Biografia il Fiore:”...Ma l'uomo di Dio che più gustava la familiare conversazione del suo Signore che quella degli uomini... cominciando ad abitare un Conventino oggidì rovinato... fra Cropani e Belcastro, detto Santa Maria dello Spirito Santo, in una tenuta di terre, dette Scavigna... ( “della Calabria illustrata” Libro II, Napoli MDCCXLIII , pag. 80).
Nell' Eremo, e particolarmente nelle sue grotte, il Beato aveva tutto l'agio per fare penitenza.
Sono in molti a raccontare il fatto più straordinario della vita del Beato: la Bilocazione avvenuta a Roma, nell'anno 1488, nella Chiesa di S. Maria della Consolazione. Seguiamo il racconto che ne fa il Fiore: “...L'anno 1488, andato (Paolo) con Fra Bernardino da Bisignano, altri dicono al capitolo Generale, qual si celebrava in Montebello di Lodi, altri, che alla visita de' luoghi santi... celebrando Messa nella Chiesa di S. Maria della Consolazione, casa di questa religione a Roma, come fu al primo momento , tutto si vide avvolto dentro una meravigliosa nuvola scesa dal cielo, e osservata da tutti i circostanti, avendola così durato buona pezza, onde perciò trattane in curiosità la gente, ed egli, costretto dall'ubbidienza a dire quello che fosse occorso, disse ch'essendo già morto suo padre in Cropani, gli era convenuto dargli un abbraccio ed un Requiem...”.
Siamo giunti all'ultimo scorcio della vita del Beato. Sulla via del ritorno, Paolo aveva confidato al suo compagno di viaggio, Fra Bernardino, Ministro Provinciale, che fra breve sarebbe morto. Forse per questo Fra Bernardino lo accompagnò fino all' Eremo di Scavigna. Lo stesso annuncio egli diede a sua madre, al primo incontro dopo il suo ritorno.
Gli ultimi giorni del Beato vengono così descritti dal Fiore: “...Egli altresì ritiratosi dalla coversatione dei suoi religiosi, s'applicò con più fervore alla contemplazione de' divini misteri ; purificò la sua coscienza col lavacro della penitenza, e preparò ogni altra cosa, qual gli parve necessaria per quell' ultimo passaggio. Intanto, sorpreso da una leggerissima febbricciola, in cinque giorni rese lo spirito al Signore li 24 Gennaio 1489, avendo prima fatto un acceso discorso a quei suoi religiosi sopra il buon esempio dovuto a loro prossimi, e sulla puntuale osservanza della regola già promessa a Dio, ed al lor Padre s. Francesco...”.

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